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Nell'album "We will rock you, we will jazz you, we will mock you" il C.O.D. trio formato dal sax di
Biagio Coppa, la chitarra di Gabriele Orsi e la batteria di Francesco Di Lenge ripropone sette
brani di famosi gruppi che hanno fatto la storia del rock, come i Police, i Queen, i Pink Floyd e i
Nirvana.
Destrutturando le forme originali per mezzo dell'improvvisazione, e mescolando jazz,
avanguardia e progressive rock, il trio reinterpreta i brani creando differenti soluzioni sonore. E
in una formazione atipica per via dell'assenza del basso "Money" dei Pink Floyd caratterizzata
appunto dal giro dello strumento mancante, viene completamente modificata: il basso viene
sostituito dalla chitarra che riprende il tema e lo varia, facendolo riaffiorare solo raramente,
mentre le improvvisazioni sono lasciate alla batteria e al sax. Lo stesso metodo esecutivo viene
scelto per "Another one bites the dust" dei Queen solo che qui a riprendere il tema del basso c'è
il sax invece che la chitarra.
In "Every little thing she does is magic" e "Every breath you take" dei Police sono i cambi ritmici
a caratterizzare i brani, mentre le melodie originali appaiono solo raramente.
Le tracce più enigmatiche dell'album sono "We will rock you" dei Queen, "Smell like teen spirits" dei Nirvana e "The wall" dei Pink Floyd, dove l'uso
di effetti elettronici e cambiamenti di ritmo rendono le atmosfere sospese e sognanti creando dei brani di cui resta solo una parvenza
dell'originale, fino a "The Wall" nel quale l'uso massiccio di effetti elettronici ricorda i ritmi della musica ambient.
Cinzia Guidetti per Jazzitalia

Call Of a Dove | Cream Of a Dream | Call Of the Doctor | Care Of the Devil». Citazione glam, dalFor Those About to Rock (We Salute You), AC/DC (1981). Biagio Coppa (sax), GabrieleOrsi (guitar), Francesco Di Lenge (drums): trent’anni dopo, rilanciano. Nome in codice:C.O.D. trio. Coincidenze. Registrato a  New York esattamente un anno fa, Odd Original Songs(SILTA records, 2011) è un lavoro d’impatto. L’ascoltatore è avvisato: «Music for the Braves, definitely not for fearful ones!Progetto di musiche originali dove le differenti esperienze ed approcci alla composizione vengono filtrati attraverso un’estetica timbrico-ritmica allo stesso tempo ancestrale e nuova, intrigante e discreta, neurotonica e soporifera…», recita il booklet. C’è davvero poco di soporifero nel lavoro del C.O.D. trio. Non ci sono sconti. Non c’è compromesso. Forte. Deciso. Vero, nessuna dichiarazione di genere, ma uno stile pieno, rocambolesco, raffinato e assolutamente originale. La formazione, insolita, aiuta: se la caratura timbrica dei suoi componenti impreziosisce, il polimorfismo delle linee ritmico-melodiche che riesce a tirar fuori incuriosisce e trascina. Si parte con C.O.D. (B. Coppa), brano che presenta l’intero cd: scanzonato, ironico, dinamico. Gli ampi salti dell’irriverente sax di Coppa, imbastiti perfettamente dall’anima rock della chitarra di Orsi, viaggiano, spinti dai drums di Di Lenge camaleontici, limpidi. Personale. La poliritmia di questo come di tutti gli altri brani rende l’intero lavoro fresco e nuovo ad ogni ascolto. Cangiante. Stimolante negli stop. E sorprende non poco la cantabilità del tema, nascosto tra le frange della ricchissima tessitura compositiva. Browse All, sempre a firma Coppa, introduce un’atmosfera diversa. Cambiano le forme. Il sax si fa avvolgente, soffice nelle linee. Belli gli effetti. L’incontro tra gli strumenti è vivo. Il dialogo fitto e straordinariamente realistico. Ogni personalità si sdoppia. Si moltiplica l’intensità di ogni singolo intervento. Il risultato finale è sorprendentemente piacevole.Accoddo (Di Lenge) viaggia a un’altra velocità. Tutto è previsto, nei minimi dettagli. Un meccanismo delicatissimo, di alta precisione. Notevole nella calibratura delle presenze, misurate, in perfetto equilibrio dinamico. Curatissima l’estetica timbrico-melodica, mai banale. Nulla è lasciato al caso. Prismatica la chitarra di Orsi, ancora di più in Ottavo Piano (Orsi), dove la fa da protagonista. Il brano è il più denso dell’album. Le linee sciolte di Orsi sono da vertigine: si assecondano naturalmente, accompagnano e divertono. Il sax partecipa alla narrazione, mai invadente. Gli spazi sono dettati democraticamente, segnati con carisma e condivisi con straordinaria complicità. Di Lenge ascolta e segue, cangiante, didascalico, generoso. Segue Pollock, ancora Orsi. I lunghi contrappunti sax-chitarra danno profondità ad uno spazio noir che richiama inevitabilmente (intenzionalmente?) gli intrecci sfilacciati, caotici e densi delle istantanee da action painting dell’artista statunitense Jackson Pollock. Nero e tinte forti, ovunque. Nebbia, intorno. Sospensione. Riemergono le forme. Riprende il tempo: Other Stop (Coppa) ristabilisce il contatto con l’anima C.O.D. Suona. Limited edition, a sei mani, chiude il progetto. Ricchissimo. Il tema entra di netto. Immobilizza e raggela. Distensioni vagamente acid. Sfuma. Bellissima esperienza d’ascolto.

"Mingus Reform School", disco di esordio della neonata "No Flight Records". La scelta di esordire con una registrazione dal vivo del C.O.D trio se per diversi aspetti è scelta convincente e condivisibile (oltreché d'istinto e di riconoscenza) per altri appare invece discutibile. La registrazione, dell'estate 2009, è tratta dalla rassegna concertistica all'interno della Rocca Brivio di S. Donato, registrazione definita impropriamente bootleg, quasi a volerne certificare e insieme giustificare la (purtroppo) non soddisfacente qualità sonora. Il timbro del contralto (e del soprano) di Coppa appare estremamente metallico e smagrito, il rapporto tra i volumi sonori degli strumenti non è equilibrato, la batteria in primo piano e la chitarra spesso indebolita. Quella fonica è però fortunatamente l'unica pecca della uscita discografica che si presenta invece musicalmente pregevole. Il COD trio è qui alla sua seconda prova dopo il purtroppo poco ascoltato (ma di valore) "We will Rock You, We Will Jazz You, We Will Mock You", dove celeberrimi brani dei Police e dei Queen venivano rivivificati e ripensati dall'estro onnivoro e postmoderno di Coppa. Qui siamo di fronte ad un sentito e rispettoso omaggio al genio mingusiano. Il trio sceglie cinque brani, icone del repertorio mingusiano, e li affronta con smisurata passione ed affetto, per Mingus ma anche per Evans che del repertorio mingusiano ha dato letture importanti. 

Il gruppo ha in Biagio Coppa l'indiscusso leader. Lo stesso sassofonista si era già misurato con il repertorio mingusiano e anche con quello evansiano con la Flight Band. La mente fervida di Coppa trova in Mingus un terreno fertile, quasi ideale. Siamo quindi di fronte ad un'abile e notevole capacità di parafrasi e rilettura (riscrittura?) del Mingus più iconico.
La prassi ricorda da vicino quella evansiana: introduzioni in cui la musica nasce lentamente dal silenzio per poi prendere corpo in temi originali, soventi semplici ed arguti temi riff, solo più tardi, spesso imprevedibilmente, appaiono i temi mingusiani per poi scomparire nuovamente e riapparire in un gioco di specchi e rimandi che denota una grande sensibilità, capacità di scrittura e controllo della materia musicale.

Possibile limite della proposta: una formazione così ridotta non permette di rendere minimamente conto della grande varietà timbrico dinamica e della eccelsa qualità della scrittura mingusiana. D'altro canto siamo in presenza di un gruppo di grande coesione e interplay, qui alla seconda prova discografica, con a capo un musicista di non comune intelligenza e cultura musicale. Questa è musica che rifugge sistematicamente i luoghi comuni del jazz post hard bop e convince pienamente per la cura ed attenzione posta allo sviluppo musicale.

Andrea Gaggero per Jazzitalia

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"Mingus Reform School", debut album of the newly formed "No Flight Records". The decision to begin with a live recording of COD trio, if for different aspects is convincing and acceptable choice , for other seems rather questionable. Recording ( summer  2009) is taken from the series of concerts in the Rocca Brivio S. Donato, defined ,improperly, bootleg recording, almost wanting to certify and together justify the (unfortunately) not satisfactory sound quality. The tone of the alto (and soprano)of  Coppa looks extremely metallic and thinner, the relationship between the sound volumes of the instruments is not balanced, the drums in the foreground and guitar often weakened. But fortunately that audio is the only flaw of the record release, that occurs instead musically valuable. The COD trio is  on his second try after the unfortunately not heard enough (but valuable) "We Will Rock You, We Will Jazz You, We Will Mock You", where famous songs by The Police and Queen were rethought by ' estrus omnivorous and postmodern Coppa. Here we are faced with a heartfelt and respectful tribute to the genius of Mingus. The trio chose five songs, the repertoire of mingus , and confronts them with boundless passion and affection, but also for Mingus and also for  Evans .

 

The group in Biagio Coppa the undisputed leader. The saxophonist had already measured the repertoire of mingus and even with Evan's with the Flight Band. The  fervent mind  of Coppa is in Mingus fertile ground, almost perfect. We are therefore faced with a clever and remarkable ability to paraphrase and re-reading (rewrite?) Mingus's most iconic.

The practice closely resembles evans style: introductions in which music is born from silence and then slowly take shape in original themes, often wrote simple and witty themes riff, until later, often unpredictably, mingus themes appear and then disappear again and reappear a game of mirrors and references that shows a great sensitivity, writing skills and control of the musical material.

Possible limit of the proposal: a line-up  so small it does not allow to make no account of the wide variety of timbre and dynamics of the excellent quality of writing of mingus. On the other hand we are dealing with a trio of great cohesion and interplay, here  at the second discographic test , led by a musician of uncommon intelligence and musical culture. This is music that systematically avoids the clichés of jazz and hard bop post fully convincing for the care and attention paid to the development of music.

Andrea Gaggero for Jazzitalia

Il gruppo italiano C.O.D Trio ha ormai trovato spazio anche al di là dell´Atlantico con la sua musica che prende spunto in modo molto originale da quella dei grandi del jazz o dal genere pop. Sul nuovo disco sono in compagnia di John Patitucci, un contrabbassista che non ha bisogno di presentazioni, e si dedicano alla musica di Thelonious Monk:
tre composizioni del maestro ed una a testa per Biagio Coppa sax alto e soprano, Gabriele Orsi chitarra elettrica e Francesco Di Lenge batteria. Il compito è svolto in modo egregio. Biagio Coppa al soprano si ispira in modo evidente ad uno dei grandi interpreti di Monk, e cioè Steve Lacy. Gli altri si fanno invece subito prendere dalle linee di basso di
Patitucci e suonano con un´intensità ispirata (da non dimenticare che già altrove avevano omaggiato il grande pianista/compositore). Sono un gruppo originale nel modo di esprimersi che è un benvenuto per il jazz contemporaneo.
Nelle loro mani la tradizione appare come un calice da cui si può trarre di tutto, invece che replicarla in modo più o meno scolastico. Con i modelli del passato rinnovati e messi a nuovo il disco scorre veloce e compatto. Il finale Ugly Beauty aperto dal contrabbasso suonato con l´archetto è un degno sigillo ad un disco registrato in USA, dove ha incontrato notevole apprezzamento da parte di pubblico e critica.

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The Italian C.O.D Trio Group has now also found a place across the Atlantic with his music that takes its cue in a very original way to that of the great jazz or pop genre. On the new album they are in  John Patitucci's company, a bass player who needs no introductions, and dedicated to the music of Thelonious Monk:
three tunes of the master (Monk) and one tune each ,Biagio Coppa alto and soprano sax , Gabriele Orsi electric guitar and Francesco Di Lenge Drums.The task is performed in an excellent way. Biagio Coppa' soprano is  clearly  inspired by one of the great interpreters of Monk, such as Steve Lacy. The others are instead immediately inpired by the bass lines of

Patitucci and played with intensity  (not to forget that the band mebers had already paid homage to the great pianist / composer). They are a group in the original mode of expression which is a welcome for the contemporary jazz.

In their hands the tradition appears as a cup which can pour everything, instead of replicating it in a scholastic way. With the renovated  models of the past ,the cd flowing fast and solid. The final Ugly Beauty opened by the bass played with the bow is a worthy seal to a disc recorded in the USA, where it met with much acclaim from audiences and critics.

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